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Lettera

Buongiorno,

Sono un lettore, solo occasionale purtroppo per il tempo tiranno, di Antonio Tabucchi, come del resto e purtroppo di molti altri. La letteratura è un grande amore che cerco di coltivare più che posso occupandomi (così si dice) per vivere di altre cose. Ho apprezzato tutto di quello che ho letto, anche se poco (Sostiene Pereira, Tristano muore, Il tempo invecchia in fretta) e mi prometto sempre di approfondire letture e conoscenza della sua opera. Un grazie particolare per avermi, per avere a tutti noi italiani fatto conoscere Fernando Pessoa e un mio particolare ringraziamento per avermi fatto innamorare di Lisbona, che ho fra l'altro visitato di recente. Di questo ho scritto su un blog di viaggi e mi piace poter condividere questo scritto con coloro che in qualche modo custodiscono la memoria di questa persona che so ha profondamente amato questa città. Vuole essere questa mia una qualche forma di gratitudine senza alcuna pretesa letteraria. Non so quindi se è una cosa sensata il fatto di inviarvi questa cosa, anche se all'interno c'è un riferimento ad Antonio Tabucchi. Posso solo dire, ripeto conoscendo solo parzialmente l'opera del mio conterraneo (nel senso di Toscano), che si sente eccome oggi la mancanza di personalità letterarie (immagino anche umane) quali quelle dello scrittore Vecchianese. Qualcuno diceva che i grandi scrittori sono quelle menti che viene la voglia di frequentare ed io aggiungo banalmente che i grandi scrittori non muoiono mai.

Grazie di tutto ed i miei più cordiali saluti.

Simone Bachechi

 

 

Se mi chiedono perché amo Lisbona posso rispondere in tanti modi
La amo perché mi piace pensare che appartiene al "povo" (popolo) portoghese fattosi regno circa mille anni fa, già soggiogato a Celti, Visigoti come parte della propria anima, i Fenici ancor prima e che riunitosi sotto una corona nel 1.200 circa ha dovuto scavarsi la sua enclave in questo lembo di terra all'estremità dell' Europa, oppresso ad est dalla grande potenza colonizzatrice e sanguinaria di Castiglia e della Spagna ed abbia avuto ancora la lungimiranza ed il coraggio di guardare oltre i propri confini ed orizzonti e cercare ad ovest nel vasto ignoto Oceano lo sbocco alle proprie aspirazioni, alla propria vita, alla propria curiosità, alla propria ricchezza, una vita altrove.
La amo perchè tutta la riva del Tago presso Lisbona forma questo mare grigiastro a forma di conchiglia che mare ancora non è e per tutti quei gradini che dalle coste e dalle banchine dei moli, lenti e morbidi scivolano dentro l'acqua, pudichi e dolci come per non farsi accorgere che è acqua quella che circonda tutta la città.
La amo per quella brezza che alcune volte arriva dal mare, oltre Belèm, fino ai primi quartieri della Baixa e già si possono assaporare le isole lontane, ancora territorio portoghese.
La amo al tramonto con il disco arancio enorme del sole che si tuffa nell' Oceano.
La amo per le note struggenti del Fado nei vicoli di Alfama e di Madragoa.
La amo perché penso a tutti i viaggi che vi ha fatto Tabucchi e che mai anche lui abbia fatto un volo diretto da Pisa come me (lui che è di Vecchiano, proprio ad un tiro di schioppo dall'aeroporto di Pisa), ma forse ai suoi tempi non c'erano itinerari così comodi.
La amo perché sembra di stare nel mondo, in America Latina, in un posto che è Europa ma non lo è già più.
La amo perché è la città di Pessoa e di Saramago
La amo perché il tassista che mi ha accompagnato all'aeroporto ascoltava gli Stereophonics (I wanna get lost with you per essere precisi) e perché è bello sapere che in un altro luogo del mondo amano la stessa musica che ami tu.
La amo perché è lo stesso tassista che mi aveva accompagnato la sera prima all'Alfama e mi aveva proposto con il suo parlare cadenzato, ricco, musicale, netto e preciso di portarmi in giro per un tour di 4 ore a 120,00 Euro. Aveva scandito bene con un tipico tono portoghese che chi non lo conosce lo direbbe intimidatorio: Sintra, Cabo Da Roca, Cascais ed una quarta città che non ricordo e che forse si è persa nell'Oceano insieme alla zattera di Saramago.
La amo perché amo la lingua portoghese.
La amo perché nelle strade dell Alfama i bambini giocano a calcio nei cantucci, le donne si chiamano dalle finestre urlandosi addosso mentre stendono il bucato e gli uomini ti guardano come chi da un altro mondo ha ormai capito tutto.
La amo perché sei in una metropoli, ma ti sembra di stare in un piccolo paese.
Amo Lisbona perché ti può capitare di imbatterti passeggiando da flaneur in un qualche fumoso locale pieno di azulejos e sbirciando dentro puoi trovare un intera filarmonica di trenta-quaranta elementi impeccabili nelle loro giacche e panciotti neri e classici seduti a tavola davanti a solide brocche di vino rosso del Douro che cantano e suonano a tutta manetta sorridendo un canto popolare portoghese o forse proprio l'inno nazionale tanto l'unica cosa che ti rimane è la parola finale ed il potente accorto che fa "Portugal".
La amo perché nelle sere di maggio all'Alfama con la leggera brezza dell'Atlantico e la luna che nasce bassa da Montijo immagini gli spazi riarsi ed i campi di grano e di profumi dell Alentejo.
La amo perché le donne portoghesi che in qualche trattoria dell Alfama dopo il turno del pranzo si siedono in veranda pulendo sardine e aprendo caciotte sono un concentrato di ruvidezza, rabbia e dolcezza mediterranea.
La amo perché non ti sembra fino in fondo di stare al mare e poi invece se ti allontani anche di poco dal centro, da Baixa, da Chiado e ti dirigi con il tram 15 fino a Belèm, ecco che lo assapori davvero mentre pigola dietro l'angolo visuale del "monumento dos descobrimentos" ed i gabbiani che ti volteggiano sopra e stridono fino dentro il chiostro del "Moisteiro de Jeronimos" ti ricordano che Lisbona è una città marinara.
Amo Lisbona perché è veramente "a cidade da luz" una luce bianca e calda che si specchia nel Tago e si diffonde ovunque inerpicandosi su colli ed i costoni.
Amo Lisbona, al tramonto, la mattina, la notte, sempre, con quelle sue pietre acciottolate e sconnesse, con tutto il piastrellato di piazze e marciapiedi.
Amo Lisbona perchè dalla Stazione di Rossio quella dove fu assassinato l' ultimo presidente della libera repubblica del Portogallo prima di Salazar, partono i treni per Sintra e dalla stazione di Oriente per Evora e per il grande nord fino su a Porto che dovrò scoprire nel mio prossimo viaggio in Portogallo se è veramente come dicono una sua sorella minore.
Amo Lisbona perché è un luogo e un luogo è come una persona, va vissuta per assaporarne l'anima, amo l'anima di Lisbona.
Amo Lisbona perchè penso se ci venissi a vivere la prima cosa che farei, come dovrebbe fare chiunque, strategicamente sarebbe quello di trovarmi un lavoro in un Bistrò, o in una Tasca di Bairro Alto, oppure in una Pastelaria e nel tempo libero andrei a scuola per imparare il portoghese.
Amo Lisbona perché è la città della tolleranza, lo vedi lo assapori camminando per le strade, nella metro, il meticciato che trovi ovunque e diventa una parte di te, Angolani Caboverdiani con l'allure per il respiro portoghese che portoghese non è perché questa è una città multirazza dove tutti dialogano e si prendono per mano.
Amo Lisbona per le sue donne, bellissime, creole, Angolane, Mozambicane, meticcie e pur così vere portoghesi, diremmo noi integrate, ma non sarebbe rendere giustizia a quello che è vivere a Lisbona, essere ovunque in un posto diverso.
Amo Lisbona per la Ginja
Amo Lisbona per gli odori ed i sapori che sprigionano dalle case bianche calce dei quartieri popolari dove davanti alle porte all'ora di pranzo qualche vecchio con la faccia scavata color cuoio prepara la griglia per le sardine.
Amo Lisbona per il mistero che ancora contiene.
Amo Lisbona perché a Martin Moniz e Rossio dove giovani dall' apparenza inoffensiva ti chiedono se vuoi hashish o marjuana e se te gentilmente declini l'offerta loro altrettanto gentilmente ed inoffensivamente ti lasciano in pace.
Amo Lisbona per la splendida hostess che ho incontrato sul volo di ritorno e che mi immagino mi guiderà nel percorso inverso insieme a lei nella città da Luz e lì' staremo insieme io e lei, per sempre.
Amo Lisbona perché in Praca do Comercio, proprio al suo centro lungo la riva del Tago ci sono ancora due colonne monumentali che simboleggiano la porta di accesso della città e dove venivano scaricate merci e spezie che arrivavano da tutto il mondo e che hanno fatto la ricchezza del Portogallo.
Amo Lisbona perché mi piace immaginare ancora Pessoa in Rua dos Douradores a fare l'aiuto contabile come tanti ancora lo fanno nelle varie agenzie marittime e uffici di commercio nelle varie strade di Baixa, come a Praga ci deve ancora essere un qualche signor K che fa l'agrimensore.
La amo perché sa di Arabo e sa di India, e sa di Africa e sa di Asia.
Amo Lisbona perché quando arrivi dall' aereo sorvolando la costa oceanica la vedi apparire come un miraggio sbirciando dal finestrino come una mezzaluna magica appoggiata alla fonda.
La amo perché immagino che da qui partirò per le Azzorre.
Amo Lisbona perché sono le persone il sale della terra, in ogni luogo e mi ricorderò che se un giorno vi tornerò di fare visita a quella minuscola birreria fra Castelo e Graca dove arrivai all' ora di chiusura e i due proprietari Victor e Paulo mi invitarono ad entrare e scambiammo alcune battute sul governo, sull' ecologia, sul Benfica, sulle donne mentre io sorseggiavo la birra rossa artigianale che loro mi avevano offerto mentre loro piluccavano in comune da un vassoio del baccalà bollito spiegandomi che da loro era come da noi la pizza.
Amo Lisbona perché anche Lisbona ha una sua dignità regale e ci sono i Lisboneti, i borghesi ed i figli delle aristocrazie che vivono in bei palazzi con porcellane e boiserie ed hanno la loro alta considerazione e rituali da seguire come tutte le aristocrazie.
Amo Lisbona perché al Bairro altro sembra di stare a Rio de Janeiro, o a La Paz o a Buenos Aires.
Amo Lisbona perché quando mi trovo all aeroporto e leggo sul display delle partenze nomi come Terceira, Madeira, Funchal, penso che potrò fare anche io parte del grande Portogallo e fare le mie esplorazioni e che magari in un isola nel bel mezzo dell' Oceano potrei vivere libero e felice.
Amo Lisbona perchè vi hanno fatto una rivoluzione e l' hanno chiamata dei garofani e sono stati capaci di non spargere una goccia di sangue.
Amo Lisbona perché amo il fado che è nato dicono sulle caravelle degli esploratori che piangevano la loro lontananza dalla terra e dalla donna amata e a sua volta la donna amata piangeva il suo uomo lontano nell' ignoto immenso Oceano.
Amo Lisbona perché quelli che a Londra sarebbero chiamati i dock ora riconvertiti a locali e terziarizzati qui sono i vecchi depositi di baccalà che sorgono lungo le rive del Tago e che la notte si tingono di mille colori e rumori per intrattenere la gioventù lisboneta fra concerti di musica dal vivo, spettacoli di burlesque ed improvvisazioni teatrali.
Amo Lisbona ed i suoi contabili, ingegneri con cappotti e bombette per Rua Augusta, alacremente presi nei loro affari e commerci nel bel mezzo del giorno e che si spostano da un ufficio ad un altro sgranocchiando per strada dei Pastel de Bacalhau.
Amo Lisbona perché le persone che la abitano sono rimaste un po' quelle che eravamo noi cinquanta o sessanta anni fa, nei modi, negli atteggiamenti, lo vedi anche dall abbigliamento essenziale, si direbbe demodè, eppure rigoroso e dignitoso.
Amo Lisbona perché è fintamente monumentale e sembra voler dissimulare la sua antica gloria.
Amo Lisbona per i suoi Miraudores, terrazze naturali ombreggiate con panorami da assaporare insieme a chi si ama.
Amo Lisbona per le sue mercerie vintage dove ancora si fanno cappelli su misura e si vendono nastri, bottoni e rocchetti di filo.
Amo Lisbona per la sua cucina di pesce freschissimo e prelibato.
Amo Lisbona per i suoi ragazzi, adolescenti seriosi, con quei visi quasi malinconici e l'aria impettita e corruscata senza tutti i vezzi, i vizi e le chincagliere di noi cosiddetti europei.
La amo per le decorazioni in legno dei bar storici e classicheggianti.
Amo Lisbona per la sua cattedrale, la Sè (Sede Episcopal dicono gli iberici) con i suoi due enormi frontoni piantati ben saldi dentro la gobba di un minicolle del colle di Alfama, dove si dice sotto vi fosse una necropoli Visigota.
Amo Lisbona perché a dispetto del lato turistico della cosa nella quale si è trasformato il Fado è bello vedere nelle stradine dell' Alfama i fadistas all'ora di cena che nei loro elegantissimi completi scuri e le donne avvolte in ampi scialli neri con le trine che corrono da un locale all' altro negli intermezzi fra le portate nei vari ristoranti dei suoi vicoli.
Amo Lisbona perchè oltre Cais do Sodrè lungo Il Tago in direzione del ponte 25 Avril sorge un piccolo quartiere chiamato Santos che ha anche una piccola stazione ferroviaria e che questo quartiere penso abbia dato il nome al più grande e famoso porto del Brasile.
Amo Lisbona perché i portoghesi in quanto latini non parlano bene l'inglese eppure si sforzano ed il loro accento appare affettato quando non comico.
Amo Lisbona perché non voglio che rimanga solo un ricordo che svanisce e per questo ne ho scritto.
Amo Lisbona perché dicono che chi vi è stato una volta vi ritornerà.

 

 

Pubblicato il 2 settembre 2016

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